Probabilmente chi sente dire per la prima volta “lenti sclerali”, la prima cosa che si domanderà è cosa sono e a cosa servono. Effettivamente, si tratta di una tipologia di lenti “vecchie”, basti pensare che sono state le prime ad entrare nella storia.

Tuttavia, grazie all’innovazione, oggi si parla nuovamente di queste lenti, che sono definite sclerali per un motivo: esse si appoggiano presso la sclera, ovvero la membrana fibrosa opaca, che volgarmente definiremo come la parte bianca dell’occhio.

Questo ovviare al contatto meccanico che potrebbe verificarsi con la cornea. La loro caratteristica è di essere costituite da gas permeabili, il diametro è mediamente grande. La sua dimensione andrebbe da minimo 14 mm a massimo 20 mm.

Quando è consigliato l’uso di lenti sclerali

In linea di massima, l’uso delle lenti sclerali è consigliato a tutti coloro che hanno una cornea irregolare. Nello specifico però, ecco le tre categorie di persone:

1. Ectasie corneali: nella patologia rientrano i problemi relativi a cheratoglobo, cheratocono e degenerazione marginale pellucida. Grazie all’applicazione delle lenti a contatto sclerali verso i soggetti che presentano tale problematica, si potrà evitare l’operazione di cheratoplastica.
2. Dilatazione corneale post intervento: indicata anche per interventi post cheratotomia radiale oppure per traumi quali PRK, LASEK o LASIK.
3. Cicatrici importanti: per questi soggetti il risultato sarà quello di avere una miglior visione anche se avessero avuto delle infezioni gravi come quella relativa all’Herpes Simplex.

Inoltre, le lenti sclerali risulterebbero migliori rispetto a quelle corneali, pure per i soggetti che non hanno problemi di deformazione corneale o che non dichiarano particolari patologie. Oggi la tecnologia è nettamente migliore rispetto al passato, quindi se ne tornerà a parlare molto più spesso.

Indipendentemente da quanto scritto, è sempre importante richiedere una consulenza al proprio ottico di fiducia.