Puntura di zecca: sintomi e terapia antibiotica prevista
Riconoscere i sintomi di una puntura di zecca è importante per procedere tempestivamente con una terapia antibiotica. Di per sé, la singola puntura non è fatale, anche se la causa più grave è la potenziale trasmissione di certe malattie.
Due di quelle più gravi riguardando la malattia di lyme, chiamata in questo modo poiché la prima volta che è stata individuata è stata proprio a Lyme, presente in Connecticut. Tale malattia proviene da una puntura di zecca originaria del cervo, i cui batteri sono provenienti da sostanze di topi infetti.
Mentre la seconda malattia derivata dalla puntura di zecca è conosciuta come febbre purpurica delle Montagne Rocciose (RMSF). In verità se ciò si verificasse, in qualche caso potrebbe essere fatale per via di forti eruzioni cutanee, febbre molto alta e cefalea.
Prima di focalizzarci sui presunti sintomi riconducibili ad una puntura di zecca, è bene sottolineare che questi artropodi potrebbero attaccarsi per più giorni (solitamente massimo 2 giorni). Nel momento in cui rimangono attaccati alla pelle, il loro obiettivo è pungere per prendere il sangue.
Tutti i sintomi della puntura di zecca nell’uomo
Infatti, successivamente la parte punta potrebbe rimanere arrossata e subito dopo la febbre è quasi assicurata. A proposito di “segni riconoscibili”, se non si fosse sicuri di esser stati punti da una zecca, ecco qualche presunto sintomo che potrebbe capitare:
- Area cutanea arrossata;
- Eruzione evidente sulla pelle;
- Malessere generale (mal di testa, dolori ai muscoli, debolezza e febbre).
Queste tre sintomatologie sono per lo più possibili infezioni. Come spiegavamo precedentemente, se non si avesse certezza della puntura, il medico di famiglia potrebbe aver difficoltà a riconoscere che sia stato causato dalla zecca o da altre situazioni.
Se invece la zecca fosse attaccata alla pelle, allora sarà sufficiente rimuoverla tempestivamente con l’ausilio delle pinze curve ed estrarla subito.
Puntura di zecca: dosaggio e trattamento antibiotico previsto
Le zecche nel mondo provengono da diverse famiglie e di conseguenza ogni puntura potrebbe esser differente (con annessi sintomi e conseguenze diverse tra loro). In linea di massima, dopo la puntura il trattamento più adeguato è quello antibiotico.
I medici generalmente prescrivono il massimo dosaggio e per un periodo medio lungo (dalle 3 alle 4 settimane). Qualora si presentassero sintomi non focali e/o erythema migrans, la cura più sostenibile è la somministrazione di doxiciclina. In alternativa è possibile assumere l’azitromicina per diciassette giorni oppure l’amoxicillina per ventuno giorni. Quest’ultime devono esser assunte in via orale.
Sarà il medico a valutare la tipologia di antibiotico in base alla gravità e alle conseguenze della puntura di zecca. Se il morso avesse coinvolto il sistema nervoso periferico o i nervi cranici, in questo caso occorrerà assumere la doxiciclina per un tempo massimo di 21 giorni.
Ecco altre soluzioni in base ai danni che sono stati arrecati dalla famiglia di artropodi:
- Cardite di Lyme: è consigliata la doxiciclina per 21 giorni oppure sempre via endovenosa, il ceftriaxone anche per 21 giorni.
- Acrodermatite atrofica o cronica oppure morbo di Lyme con artrite: amoxicillina per 28 giorni o doxiciclina per 28 giorni oppure ceftriaxone per 28 giorni (via endovenosa).
Prevedere ed evitare un contatto con le zecche non è semplice. Si tratta di avvenimenti improvvisi, che potrebbero capitare in qualsiasi momento ed in qualsiasi circostanza. Se ci si trova nei boschi o nelle aree verdi, bisognerà prestare particolare attenzione.
In quel caso è raccomandato indossare indumenti lunghi e non troppo corti, e suggeriamo di evitare di sedersi a terra, sui tronchi o anche sui muretti in pietra.
Questo è ciò che suggeriamo per evitare la puntura di zecca e come risolvere con il trattamento antibiotico qualora dovessimo averne bisogno.