Leucemia linfatica cronica: quali sono le aspettative di vita per chi ne è affetto
Chi soffre di leucemia linfatica cronica la prima cosa che si domanda è relativamente alle sue aspettative di vita e quando c’è da preoccuparsi. Innanzitutto, va detto che la CLL è una patologia la cui causa è associata al forte aumento di globuli bianchi nella milza, nel midollo osseo, nel sangue e nei linfonodi.
La leucemia linfatica cronica è maggiormente presente nei paesi occidentali, i cui dati dimostrano chiaramente che la fascia d’età più coinvolta sono gli adulti ed anziani. Inoltre la CLL è presente nel circa 30% rispetto alle altre patologie di leucemia.
La maggior parte dei soggetti colpiti da questa patologia hanno una età media di 70 anni, una percentuale minore del 15% ne avrebbe circa 60. Quanto al sesso, gli uomini sembrerebbero avere una predisposizione maggiore rispetto alle donne.
Riguardo alle aspettative di vita non esistono delle vere e proprie statistiche a sentenziare un soggetto. Si può morire precocemente oppure vivere oltre 10 anni. Tutto dipende dall’entità da cui si è stati colpiti dalla leucemia linfatica cronica.
La prognosi e la diagnosi è soggettiva in base al quadro clinico di ogni soggetto. È una patologia che potrebbe essere stabile nel tempo, oppure avere un decorso con peggioramento repentino.
Leucemia linfatica cronica: chi sono i più colpiti e quanto vivono mediamente
Uomini e anziani hanno un rischio maggiore rispetto alle donne. Talvolta le aspettative di vita di alcuni soggetti affetti da CLL, sono così alte che risulta complesso distinguere la loro morte naturale da quella causata dalla leucemia linfatica cronica.
Ad influenzare la mortalità dopo aver contratto la leucemia linfatica cronica sono anche le mutazioni e caratteristiche biologiche di ogni soggetto. Nello specifico ciò che potrebbe aumentare o ridurre la sopravvivenza sono i cambiamenti cromosomici, il raddoppiamento di eventuali linfociti e la trasformazione relativa ai linfociti.
Purtroppo attualmente non sembra possibile poter curare la leucemia linfatica cronica. Ma oltre agli aspetti negativi, quello “positivo”, se così potremmo definirlo, è che i soggetti affetti da tale patologia possono vivere anche per un periodo superiore ai 5 anni (il 74% circa).
Una percentuale decisamente elevata se confrontata alle morti che invece si verificano nei soggetti affetti ad ulteriori tumori o malattie.
Leucemia linfatica cronica: quali sintomi potrebbero verificarsi?
Dopo aver visto che a causa della leucemia linfatica cronica è possibile morire e soprattutto dopo quanto tempo la malattia neoplastica potrebbe peggiorare, è utile poter parlare anche dei sintomi da diagnosticare preventivamente.
Ecco qualche sintomo riconducibile alla CLL:
- Gonfiore evidente da parte dei linfonodi. Se ciò dovesse avvenire, l’ingrossamento non risulterebbe doloroso al tocco (adenopatia generalizzata);
- Gonfiore della milza (detta anche splenomegalia) ed anche del fegato (meglio nota come epatomegalia).
- Stanchezza;
- Pallore;
- Palpitazioni;
- Sudorazione abbondante, prevalentemente durante le ore notturne;
- Predisposizione a febbre ed infezioni di varia natura;
- Perdita di peso e appetito;
- Stanchezza costante.
Cosa fare per ottenere una diagnosi per una sospetta CLL
Quest’ultimi disturbi potrebbero verificarsi nel momento in cui la malattia avesse subito una progressione.
La leucemia linfatica cronica potrebbe non esser diagnosticata in tempo, anche se questo cambierebbe ben poco in quanto come abbiamo già detto, purtroppo si tratta di una malattia non curabile.
Detto ciò, se si avesse un minimo dubbio di averla contratta, allora è possibile eseguire una serie di esami e visite specifiche (come ad esempio per un linfonodo ingrossato).
Per poter confermare il dubbio relativo alla leucemia linfatica cronica, l’esame più idoneo è quello del sangue, noto come emocromo con soluzione leucocitaria. Attraverso questo esame è possibile notare quante cellule sono presenti nel sangue e il loro aspetto.
In presenza di un alto numero di linfociti (superiore all’85%), è quasi sicuro che sia in corso la malattia.