Psicoterapia individuale: l’utilizzo delle strategie psicologiche conosciute
Oggigiorno, numerose scuole di pensiero in psicologia suggeriscono che al paziente, durante un percorso di psicoterapia individuale, vengono illustrate alcune teorie o strategie facenti parte del mondo psicologico: a volte i terapeuti consigliano direttamente alcune letture (ad esempio libri di auto-aiuto).
È un terreno sicuramente delicato, poiché numerosi sono gli scritti realizzati con lo scopo di proporre alle persone un percorso che le porti in autonomia a un miglioramento del loro stato emotivo, ma purtroppo sono ben pochi quelli realizzati da terapeuti specializzati e spesso si corre il rischio di ritrovarsi “confusi” tra libri di presunti esperti di vario genere, parapsicologi, sciamani o altro.
Psicologi e terapia cognitivo-comportamentale
Una delle scuole di pensiero che applica (con grande successo) la tecnica di “consigliare e informare” i pazienti con libri e teorie è quella della terapia cognitivo-comportamentale.
Durante la terapia cognitivo comportamentale, lo psicologo suggerisce saggi e libri (oltre a consigli pratici) in grado di informare la persona e fornirgli spunti di riflessione, basandosi sulle sue conoscenze e sfruttando le sue capacità.
La metacognizione nella psicoterapia individuale
Guidare una persona alla conoscenza di teorie e testi psicologici significa lavorare sulle sue capacità metacognitive.
La metacognizione viene riconosciuta nel mondo psicologico come la capacità di conoscere (o quantomeno percepire) i propri processi mentali, sia per quanto riguarda la nostra persona nella sua individualità che all’interno di una situazione sociale.
Non si tratta sempre di un processo che avviene coscientemente, per questo durante la psicoterapia individuale può accadere che il terapeuta aiuti la persona a migliorare la sua consapevolezza riguardo alcuni meccanismi metacognitivi (ad esempio consigliando letture di genere, come detto prima).
Una maggiore chiarezza riguardo le modalità disfunzionali dei processi mentali e metacognitivi, permette di creare strategie mentali più efficaci che possano migliorare la vita del paziente.
Conoscenza e controllo
La capacità di “pensare di star pensando” viene suddivisa in conoscenze metacognitive e controllo metacognitivo: l’acquisizione di questa coscienza permette di intervenire nella regolazione e nel controllo dei processi messi in atto dalla persona (Antonietti).
In sostanza, le componenti della metacognizione vanno prima acquisite e successivamente esercitate, in modo tale che possano essere applicate a situazioni reali; lo stesso Antonietti parla di training (allenamento) metacognitivo per potenziare tali abilità.
Il Mastery
Quando si parla dell’insegnamento di meccanismi mentali a un paziente durante la psicoterapia individuale si pensa proprio all’abilità metacognitiva del mastery, che infatti fa riferimento all’utilizzo intenzionale di conoscenze psicologiche quando dobbiamo affrontare una situazione o prendere decisioni.
La capacità di utilizzare queste strategie consente di migliorare largamente la capacità di affrontare la sofferenza personale, ma migliora anche l’atteggiamento riguardo i conflitti interpersonali
Questa abilità è solo una delle componenti della metacognizione.
Monitoraggio
Il monitoraggio è la capacità di identificare e relazionare tra loro i propri pensieri, oltre che la comprensione della soggettività delle nostre idee.
Questa caratteristica, se applicata a una situazione specifica, svolge un’ulteriore funzione: quella di feedback riguardo un pensiero o un’azione compiuta.
Decentramento
Abbiamo già parlato del decentramento in un precedente articolo: si tratta di quell’abilità che ci permette di comprendere e considerare che le altre persone possano agire in base a scopi, credenze, idee differenti dalle nostre.
Terapeuti di se stessi?
L’utilizzo di tecniche, abilità e strategie che fanno riferimento alla metacognizione non dev’essere però abusato: è importante che faccia sempre parte della psicoterapia individuale, così che sia l’insegnamento che l’uso di alcune tecniche venga svolto con uno psicologo che scelga specificamente i testi da sottoporre e le letture da consigliare.
Troppo spesso troviamo, tra gli scaffali delle librerie o proposti dalla pubblicità, libri o corsi che si propongono di aiutare le persone a stare meglio con sé stesse.
Diventare terapeuti di sé stessi è possibile, ma si tratta di un profondo percorso da affrontare insieme a uno psicologo che ci aiuti a interiorizzare determinate conoscenze, ma soprattutto ad applicarle nei momenti adatti; la base resta sempre la terapia, che può essere supportata con letture che aiutino a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé.
L’obiettivo finale del trattamento è che il paziente diventi terapeuta di sé stesso e, attraverso le tecniche apprese durante il percorso, possa far fronte in modo più efficace e autonomo alle situazioni problematiche.