Frattura della clavicola: dalla diagnosi alla cura
Avevate finalmente deciso di passare qualche ora all’aria aperta e di rilassarvi con un bel giro in mountain bike. Durante il percorso, però, una scivolata su un tratto di strada ghiacciata ha scombinato tutti i piani per la giornata.
La clavicola è una delle zone più esposte quando si va in bici. Cadendo dalle due ruote si rischia di incorrere in un trauma caratterizzato da un ematoma chiamato “segno del pianoforte” – perché quando si schiaccia uno dei due monconi di frattura è visibile un dislivello che ricorda, appunto, un tasto del pianoforte premuto.
Come capire se la frattura alla clavicola è scomposta?
Generalmente si presentano le seguenti condizioni:
- dolore acuto, incessante e fastidioso
- gonfiore nella zona colpita
- ecchimosi dovute alla perdita di sangue dall’osso e dai tessuti vicini
Se rilevate tutte e tre gli effetti “collaterali”, allora dovete correre da un bravo ortopedico che confermerà eventualmente la diagnosi con una radiografia.
Successivamente l’unico rimedio efficace per una frattura scomposta è un intervento di chirurgia ortopedica.
Durante questa operazione le fratture vengono sottoposte a un trattamento di riduzione e sintesi con placca e viti, tutto ciò con l’obiettivo di stabilizzare l’osso e favorire un recupero post operatorio.
Spesso, per ottimizzare il trattamento, l’ortopedico prescrive antidolorifici, prevalentemente a base di paracetamolo, perchè l’aspirina o i Fans vanno a peggiorare la situazione. Per completare l’opera è importante che in fase post operatoria l’osso venga immobilizzato (trazione o gesso).
Un intervento chirurgico di questa portata vi permetterà di affrontare il percorso di recupero con maggiore serenità e, magari, di fare quanto prima quel tanto agognato giro in mountain bike rimasto in sospeso…