Le regole per una buona autostima

L’autostima è un pilastro della nostra esistenza, la base sulla quale costruiamo la nostra felicità.

Avere stima di sé significa percepire chiaramente il proprio valore, avere fiducia nelle proprie possibilità, conoscersi davvero, avendo chiare in testa le proprie capacità.

Ma anche i propri limiti.

Infatti, non bisogna confondere una buona autostima con l’arroganza, la presunzione e la supponenza. Stiamo parlando di cose completamente diverse.

Il “pallone gonfiato”, l’individuo pieno di sé che si vanta dei propri successi e fa sentire gli altri inferiori non è affatto una persona dotata di buona autostima. Tutto il contrario. Chi si atteggia in questo modo, mettendosi sempre in competizione con chi ha intorno, cela dentro di sé una profonda insicurezza, che maschera dietro un atteggiamento arrogante e prevaricatore.

“La persona dotata di una buona autostima non ha bisogno di mettersi in mostra né di fare paragoni con gli altri. Non ha bisogno di dimostrare costantemente qualcosa a qualcuno perché ha un buon senso di autoefficacia” spiega il dottor Manuel Marco Mancini, psicologo specializzato in problemi di autostima.

La sua considerazione di sé prescinde dal giudizio espresso da chi gli sta intorno.

Lui o lei non ha bisogno di conferme che gli vengano dall’esterno.

Ha dentro di sé il proprio centro.

Come nasce l’autostima?

Raggiungere questo alto grado di indipendenza non è semplice. Soprattutto perché l’autostima comincia a formarsi nella prima infanzia, attraverso il rapporto con i genitori o comunque con coloro che si prendono cura di noi.

Molto dipende dalla qualità di quel rapporto, studiato attentamente da John Bowlby, ideatore della teoria dell’attaccamento.

I genitori devono dimostrarsi rispettosi dei sentimenti e dei pensieri espressi dal proprio figlio perché lui o lei possa percepirli come validi. Se queste manifestazioni vengono ignorate o magari punite, non tollerate dagli adulti, il bambino sentirà che quel che prova non ha alcun valore.

C’è bisogno che ci siano limiti e regole ragionevoli. Non stiamo parlando di un’educazione rigida e asfissiante ma di principi che il bambino deve imparare a rispettare, in modo che sappia valutare il proprio comportamento in autonomia.

È importante, soprattutto, che il bambino riceva un amore incondizionato cioè che l’affetto dimostrato nei suoi confronti non sia subordinato a ciò che fa. Deve potersi sentire accettato e amato per ciò che è, non perché soddisfa le aspettative di qualcuno.

Anche l’autostima dei genitori influenza il modo in cui si sviluppa quella del bambino. Genitori sicuri di sé, che sappiano dare l’esempio, sono dei modelli di riferimento forti.

Come aumentare l’autostima: alcune regole

Le fondamenta dell’autostima si gettano nell’infanzia.

Ma ciò non significa che da adulti non possiamo lavorarci su, cercando di consolidare la fiducia che abbiamo in noi stessi. Naturalmente, poiché l’autostima è qualcosa di profondo e radicato dentro di noi, non basta “allenarsi” oppure mettersi davanti allo specchio e ripetere frasi motivazionali per alimentarla.

“Questi sono soltanto dei palliativi, stratagemmi la cui durata è davvero limitata nel tempo e che non hanno veri effetti sull’autostima di ciascuno di noi” spiega il dottor Mancini, che nel proprio studio di Roma Eur accoglie spesso pazienti afflitti da una forte insicurezza, che impedisce loro di cogliere le opportunità della vita e di mettersi in gioco.

Nell’ultimo periodo, soprattutto tra i giovanissimi, si assiste anche a una pericolosa deriva nell’utilizzo di psicofarmaci per potenziare la propria autostima. A segnalarlo, con toni piuttosto allarmati, è  Società Italiana di Neuro-Psico-Farmacologia (SINPF).

Di conseguenza, ci limiteremo a dare qualche suggerimento, piccoli consigli da mettere in pratica se si vuole cominciare a coltivare la stima di sé.

Nulla, però, vale quanto un percorso con uno psicologo, un professionista esperto che possa guidarci alla scoperta delle nostre risorse interiori, aiutandoci a sbloccare le nostre potenzialità.

Perdonati e accetta la tua fragilità

Spesso, chi soffre di bassa autostima tende a una forte autocritica. Guarda ai propri errori come a tanti fallimenti, ripetendosi più volte che non vale nulla e che non otterrà mai niente nella vita.

Questo atteggiamento è controproducente.

Criticando continuamente te stesso, non ti stai spronando a migliorare, ma ti stai affossando ancora di più. Tutti possiamo sbagliare e sono proprio gli errori che ci aiutano a crescere e maturare.

Dunque, cerca di perdonarti e di accettare le tue fragilità.

Sii più gentile con te stesso perché sei il tuo migliore amico.

Datti piccoli obiettivi

Molti di noi vorrebbero raggiungere grandi risultati in poco tempo.

Ma porsi degli obiettivi grandiosi non ti aiuterà a migliorare la tua autostima.

Questo è un percorso che va affrontato per piccole tappe intermedie. Ogni lungo viaggio comincia con un passo. All’inizio, dunque, dovrai porti piccoli obiettivi, procedendo per gradi.

Ogni piccola conquista consoliderà la tua autostima e ti aiuterà a fare sempre meglio.

Non fare troppi confronti con gli altri

“Luigi è sempre migliore di me” “Laura è bravissima nel suo lavoro, mentre io non riesco a combinare nulla di buono” “Andrea prende sempre ottimi voti a scuola, io studio tanto ma non capisco niente”

In quante di queste frasi ritrovi un tuo pensiero ricorrente?

Il confronto con gli altri è un comportamento piuttosto comune e ricorrente. Di solito, ha una funzione positiva poiché gli altri diventano un modello di riferimento a cui guardare per migliorare noi stessi.

Tuttavia, spesso fare paragoni diventa uno strumento di autosabotaggio che utilizziamo per confermare l’immagine negativa che abbiamo di noi stessi, mettendo a confronto le nostre debolezze e mancanze con i punti di forza degli altri.

Gli altri sono sempre più belli e più bravi mentre noi non siamo mai abbastanza, in niente.

 

Alla lunga, questo ti avvilisce, abbattendo quella poca autostima che sei riuscito a costruire.

Dovresti imparare a non valutare te stesso e le tue performance soltanto in relazione a modelli esterni. La vita non è una classifica a punti e non ha alcun senso sentirsi sempre in competizione, come se dovessi battere qualche record.

Devi imparare piano piano a darti valore per ciò che sei.

Tieni un diario dei tuoi successi

Spesso tendiamo a ricordare i nostri fallimenti e le sconfitte che abbiamo subito, mentre dimentichiamo sistematicamente cosa gli obiettivi raggiunti e i traguardi tagliati.

Per questo, sarebbe buona norma armarsi di carta e penna e tenere un diario in cui appuntare ogni giorno i nostri pensieri, le nostre emozioni e le sfide che abbiamo affrontato nella quotidianità.

È un modo semplice ma efficace di tenere traccia di quel che ci accade e di renderci conto dei piccoli e grandi successi della nostra vita.

Rivolgiti a un esperto

L’autostima ha una funzione protettiva nei confronti di disturbi e problemi di salute mentale come depressione e ansia. Quando è troppo bassa, siamo più predisposti a sviluppare questo tipo di malesseri e disagi. Per questo, può essere utile rivolgerti a uno psicologo esperto come il dottor Manuel Marco Mancini. Visita la pagina del suo sito dedicata alla bassa autostima per approfondire il tema e scoprire come può aiutarti a costruire una più solida fiducia in te stesso e nelle tue capacità.