Protesi oculari: cosa sono
Le protesi oculari sono note anche con il nome di occhi artificiali. Si tratta di protesi costruite dall’uomo ed aventi lo scopo di sostituire un occhio in conseguenza alla sua enucleazione o alla sua eviscerazione. In conseguenza ad un trauma che comporti la perdita dell’occhio, o all’asportazione per motivi morbosi previa chirurgia, quindi, la protesi oculare serve per diversi motivi.
Essa va a riempire la cavità oculare, e serve per scopi abbastanza diversi:
- da un punto di vista estetico, la presenza della protesi oculare aiuta una persona che abbia subito il trauma della perdita dell’occhio ad accettarsi di nuovo come immagine, e favorisce le relazioni sociali e la ripresa delle attività, anche lavorative, che venivano svolte prima del fatto;
- da un punto di vista funzionale, l’inserimento della protesi oculare permette alle palpebre di riacquisire la normale funzionalità, e di permettere il completo ammiccamento;
- dal punto di vista della protezione della cavità oftalmica, essa permette di proteggere la stessa rispetto ad eventi esterni come possono essere per esempio pioggia, polvere, vento e pollini che potrebbero causare infezioni o arrossamenti in questa delicata zona.
Le protesi oculari moderne non sono più come quelle di una volta, che erano visibilmente artificiali. Oggi si cerca di ottenere un effetto il più possibile corrispondente al reale ed al naturale.
Per questo motivo, le protesi oculari vanno realizzate necessariamente su misura del soggetto, tenendo in considerazione la grandezza della cavità oftalmica, e anche tenendo in considerazione il tipo di eviscerazione avvenuto, le sue necessità estetiche e di confort.
La protesi deve essere in grado di seguire naturalmente lo sguardo e di non creare un effetto artificiale e non naturale.
Di cosa sono fatte?
L’intervento per l’inserimento delle protesi oculari segue le necessità e peculiarità del singolo caso e paziente. La protesi, come abbiamo visto, è modellata sulle esigenze di ogni paziente e non ne esistono di preformate, in quanto esse devono occupare bene la cavità oculare per forma e dimensione.
L’intervento di inserimento si propone di mantenere l’estetica del viso, senza mutarla. L’obbiettivo delle protesi oculari infatti è proprio quello di rispettare la naturalezza del volto e dello sguardo del paziente e di cercare di ottenere un effetto il più possibile simile a quello degli occhi naturali, allo scopo di favorire il reinserimento sociale del soggetto che abbia subito questa operazione e l’accettazione di sé.
Di che materiale sono fatte le protesi oculari? Esse possono essere di vetro o di resina acrilica. Il vetro creava problemi estetici e anche di tollerabilità. Oggi come oggi il vetro non viene quasi più usato in quanto ha breve vita (usura di 24 mesi massimi), non resiste agli urti (in caso di caduta si rompe facilmente) e non è facilmente lavorabile e modificabile in base alle esigenze del paziente.
Oggi la resina acrilica è il materiale più usato per la costruzione delle protesi oculari, essa offre diversi vantaggi come la tollerabilità dei tessuti, la modellabilità semplice, che la rende adattabile alla forma dell’occhio del ricevente, la stabilità nella forma, la facilità della pulizia, la resistenza in caso di caduta, il mantenimento dei colori e la naturalezza dell’aspetto.
La protesi in resina non deve essere mai tolta dalla cavità neppure durante il sonno o la pulizia.
Cosa sapere
L’applicazione delle protesi oculari non causa disturbo al paziente, in quando una protesi modellata su misura del soggetto non causa alcun tipo di pressione e quindi di dolore o fastidio.
La protesi deve essere lavata come si lava anche l’altro occhio, e questo per evitare il disagio psicologico di toglierla in continuazione e la sollecitazione delle palpebre: va tolta e lavata solo in caso di necessità.
La corretta rimozione delle protesi oculari va effettuata in questo modo: si volge lo sguardo verso l’alto, si fa leggera pressione con le dita sulla palpebra inferiore e si fa scorrere il dito sotto la protesi, verso la tempia.