Che cos’è la sindrome del nido?
Essere genitori è una delle cose più belle del mondo, capace di stravolgere la vita di ogni persona in positivo, un insieme di emozioni, sensazioni, amore e felicità che sono difficili da spiegare.
Avere la possibilità e la grandissima occasione di avere uno o più bimbi, di crescerli, educarli, imparare loro come si gioca a pallone o come si pelano le verdure, e semplicemente trascorrere il più tempo possibile con loro, è una delle più grandi fortune che un genitore ha.
Gli anni però passano, quasi senza accorgersene, i bambini diventano bambini un po’ più grandi, poi ragazzi, adolescenti e, infine, adulti.
Se è vero che ogni figlio rimarrà per sempre un bambino agli occhi dei propri genitori, ahimè, per quanto potrebbe essere bella una cosa del genere, i nostri figli crescono, prendono la loro strada, diventano autonomi e trascorrono sempre meno tempo con i cari e vecchi genitori.
Però, nella vita di ogni ragazzo e, di conseguenza di ogni genitore, arriverà il momento in cui il bambino, ormai diventato uomo, se ne andrà di casa, che sia per studio, per lavoro e per andare a convivere con la propria fidanzata.
Si tratta del percorso della vita, una cosa più che normale e, soprattutto, giusta e necessaria, un momento nel quale il ragazzo esce dalla bolla dove è vissuto fino ad allora, un’opportunità per crescere, fare esperienza e capire molte più cose della vita.
Nonostante l’indiscussa importanza per un ragazzo di andare a vivere da solo, e molte volte si rivela anche una grande emozione per il giovane che finalmente può sperimentare la vita vera, non si può dire lo stesso per molti genitori.
Infatti quando un figlio decide di andarsene di casa, potrebbe rappresentare un momento molto difficile per i genitori che fino ad allora erano abituati ad averlo sempre in casa, difficoltà che molte volte porta all’insorgenza di problematiche di natura fisica e psicologica, tanto da portare a un fenomeno che viene definito come la sindrome del nido vuoto in psicologia.
Che cos’è la sindrome del nido vuoto?
Il momento che inevitabilmente arriva nella vita di ogni ragazzo e ogni genitore, ovvero quando il figlio è pronto a lasciare la casa dove è cresciuto, che sia per un motivo o un altro, per quanto possa essere bello ed emozionante potrebbe rivelarsi anche piuttosto traumatico, in modo particolare per i genitori, i quali si ritrovano dopo anni e anni da soli, a condividere una casa in due e a stravolgere le loro abitudini e i la loro quotidianità.
Infatti sono proprio i più grandi, ovvero la mamma e il papà, a poter rimanere maggiormente traumatizzati dalla partenza del figlio, non riuscendo a capacitarsi che il loro bimbo oramai è un uomo.
Lo shock causato da questo momento è definito in psicologia come la sindrome del nido vuoto, e potrebbe rivelarsi molto piuttosto serio e complesso di quanto si possa immaginare, portando anche a diverse complicanze psicofisiche.
La cosiddetta sindrome del nido vuoto, in riferimento al bambino che, diventando adulto, lascia il nido della famiglia alla ricerca della propria indipendenza, colpisce in maggioranza le mamme, molto più suscettibili emotivamente, ma non è raro verificare questo fenomeno anche nei papà.
In modo particolare, secondo diversi studi condotti su un campione di mamme, coloro che ai tempi della gravidanza hanno sofferto della sindrome pre-parto, anche chiamata come sindrome del nido, sono più propense a sviluppare la sindrome del nido vuoto a distanza di anni.
Infatti la sindrome pre-parto è una condizione che si sviluppa nelle ore immediatamente precedenti ai primi sintomi del travaglio, che generano uno stato di ansia e agitazione che poi si potrebbe ripresentare a distanza di anni con la sindrome del nido vuoto.
Quali sono i sintomi tipici della sindrome del nido vuoto
Come per tutte le patologie anche quella del nido vuoto non colpisce ugualmente a tutti, bensì può manifestarsi in diversi modi, con sintomi differenti e a intensità variate.
In linea di massima però ci sono dei sintomi che sono tipici e inequivocabili della sindrome del nido vuoto, soprattutto se sopraggiungono dopo che il proprio ragazzo ha lasciato la casa di famiglia ed è andato a vivere da solo.
Tra i primi campanelli che annunciano questa sindrome troviamo la tristezza e la nostalgia, emozioni più che giustificate e normali, soprattutto nell’immediatezza della partenza del ragazzo. Il problema arriva nel momento in cui queste sensazioni permangono nei giorni, nelle settimane e nei mesi.
Diretta conseguenza della tristezza e della nostalgia è un senso di solitudine molto marcato, tanto da portare a stati di depressione che possono far arrivare a pensare che il figlio abbia abbandonato i genitori, che se li sia dimenticati e che non li rivedrà mai più.
Seguono poi altri sintomi tipici come il senso di colpa, magari ripensando a discussioni avvenute in passato alle quali si attribuisce la motivazione per la quale il ragazzo se ne è andato di casa. In concomitanza con queste sensazioni possono presentarsi condizioni di stress emotivo, irritabilità, svogliatezza, noia e insonnia.
La sindrome del nido vuoto quindi può causare ingenti problematiche alla vita sociale, personale e coniugale di uno o entrambi i genitori che si trovano in questa condizione, tanto che è fortemente consigliabile rivolgersi a uno specialista nel momento in cui ci si rende conto della gravità e della persistenza del fenomeno.
Come si supera la sindrome del nido vuoto
Abbiamo visto che questo fenomeno, per quanto a primo impatto possa sembrare banale e poco rilevante, in realtà sia in grado di rendere la vita davvero difficile.
Proprio per questo motivo quali sono i rimedi per la sindrome del nido vuoto?
Beh, in realtà non c’è una risposta univoca per tutti, e di sicuro non esiste un medicinale prescritto dal medico per risolvere la cosa, bensì deve partire tutto dalla testa e dalla forza di volontà.
Infatti la sindrome del nido vuoto si può superare adottando dei piccoli ma essenziali comportamenti, capaci di alleviare i sintomi e, pian piano farli scomparire.
Come per tutte le patologie prevenire è meglio che curare, e così anche per la sindrome del nido vuoto. È molto importante prepararsi all’idea che il figlio, prima o poi, lasci la casa dove ha sempre vissuto con i genitori, perché è così che funziona la vita ed è la cosa più giusta, del resto tutti i genitori hanno fatto la stessa cosa a loro tempo.
La preparazione parte dal lasciare pian piano negli anni sempre più libertà al ragazzo, fargli fare le sue esperienze fargli vivere la propria vita e mandarlo in vacanza per periodi medio lunghi senza problemi o ansie.
Quando un figlio lascia la casa i due genitori si ritrovano a convivere da soli, loro due e basta, cosa a cui non erano più abituati da anni. In questo caso è molto importante riscoprire e ritrovare la passione di coppia, riaccendere la scintilla, parlarsi e appoggiarsi a vicenda. Questo. È molto importante per non isolarsi reciprocamente e portare così alla creazione di ulteriori problemi.
Viviamo nel ventunesimo secolo, siamo circondati e sommersi dalla tecnologia, usiamola a nostro vantaggio.
Infatti con i dispositivi elettronici oggi le distanze sono relative, ci si può tenere in stretto contatto anche se ci si trova a migliaia di chilometri di distanza. Con questo si intende dire che è essenziale usare gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione, come ad esempio le video-chiamate, i messaggi, le foto e i video per rimanere costantemente in contatto con i propri figli, tanto da sembrare quasi che si trovino proprio li insieme a noi.